.Michael de la Place
Il famoso piumino di edredone è conosciuto in tutto il mondo per le sue caratteristiche peculiari che l’hanno reso uno dei più ricercati e costosi al mondo. Leggerezza, durabilità, delicatezza, queste ed altre peculiarità derivano direttamente dall’ambiente in cui l’edredone vive, ma come può una semplice anatra di mare produrre uno dei materiali più rari al mondo? Vediamo insieme la sua storia.
Cos’è l’edredone?
L’edredone è un’anatra di mare il cui nome scientifico, Somateria Mollissima, suggerisce una delle sue più importanti caratteristiche, infatti “Mollissima” deriva dal latino e significa "molto molle", in riferimento al soffice piumaggio.
Le piume dell’edredone non sono soltanto soffici, ma anche molto resistenti e isolano dall’aria fredda, per questo le femmine le staccano dal loro petto per rivestire i nidi in cui poi deporranno le uova. I piccoli pulcini crescono così al sicuro e soprattutto al caldo, senza che i freddi venti artici possano nuocere loro, per poi spiccare il volo a svezzamento concluso. È in quel momento che i nidi vengono abbandonati dal nucleo famigliare e si possono raccogliere le piume.
Gli edredoni e l’uomo
Per centinaia di anni i contadini della Norvegia e delle altre regioni settentrionali hanno convissuto a stretto contatto con queste anatre, creando per loro anche piccoli rifugi per aiutarli a resistere al clima rigido; la raccolta finale delle loro piume è sempre stata la ricompensa per la cura dedicata a queste anatre. L’utilizzo di questo piumaggio “nobile” per imbottire piumini è quindi da tempo parte della cultura di queste comunità che, come i pulcini, ne hanno bisogno per proteggersi dal freddo.
Si è creato così un rapporto simbiotico e di familiarità tra esseri umani ed edredoni, tanto che è possibile riuscire ad accarezzare questi animali, persino mentre si trovano nei loro nidi.
Tuttavia, dal 1848 gli edredoni sono una specie protetta e vivono in riserve naturali, anche per questo non esistono allevamenti, ma solo aree di cova protette.
La raccolta
Il motivo della rarità delle piume di edredone è, appunto, l’assenza di allevamenti e la necessità di un processo di raccolta cruelty free, ovvero senza nuocere all’animale.
Le piume vengono raccolte soltanto quando i nidi sono abbandonati, da specialisti che si arrampicano sulle scogliere dove gli edredoni amano nidificare. Si calcola che ogni nido contenga circa 20 grammi di piume e ogni anno si riesca a raccoglierne tra i 2200 kg e i 2300 kg. Un piumino in media pesa 1 kg, quindi servono 60 nidi per imbottirne uno soltanto.
Le caratteristiche delle piume
La prima cosa che salta all’occhio quando si vedono le piume di edredone è che non somigliano alle piume che siamo abituati a conoscere, anzi, sono più simili a piccoli batuffoli di cotone marrone. Questo aspetto particolare è dovuto alle dimensioni della singola piuma, che corrisponde ad una frazione di un capello umano, e alla peculiare presenza di microscopiche strutture uncinate, quasi invisibili, che tengono tutto insieme, creando anche naturalmente una coperta compatta.
Essendosi gli edredoni evoluti per resistere ai rigidi climi artici, le loro piume sono in grado di isolare termicamente sia dal freddo che dal caldo creando minuscole sacche d’aria che permettono comunque la traspirazione.
Caratteristiche che rendono famosi i piumini di edredone sono anche l’incredibile sofficità e la delicatezza, perfette per farsi coccolare durante il sonno.