Sono pochi i materiali che possono competere con l'eleganza e la resistenza del lino, rendendolo uno dei tessuti più pregiati nel settore dell'arredamento e della moda. Questa fibra nobile dà vita a tessuti ideali per qualsiasi ambiente, adattandosi sia alle calde estati che agli inverni rigidi, conferendo agli spazi un tocco di naturale raffinatezza ed eleganza.
Breve storia del lino
Le prime testimonianze dell'utilizzo del lino risalgono al 7000 a.C. in Mesopotamia, dove veniva usato per avvolgere i neonati e vestire bambini e persone abbienti; il suo uso è documentato in particolare in un antico poema sul corteggiamento.
Nell'antico Egitto il lino veniva usato per la mummificazione e per realizzare i sudari funebri, poiché considerato simbolo di luce, purezza e ricchezza. Le sue qualità lo rendevano, inoltre, un tessuto ideale per confezionare abiti freschi e traspiranti, e così prezioso da essere usato come moneta di scambio.
Successivamente questa preziosa fibra viene esportata dai Fenici in Europa contribuendo al suo sviluppo e alla sua diffusione, ma sono i Romani i primi a migliorarne la produzione e ad usarlo sia per l'abbigliamento che per la casa.
Solo durante il medioevo il suo utilizzo viene esteso alla produzione di biancheria per la casa, e nel resto d'Europa si inizia a coltivare e lavorare la pianta. Con l'industrializzazione, il settore tessile si concentra sulla lavorazione di questa fibra e migliora la produzione di tessuti unici e pregiati. L'Irlanda è tra i paesi europei che più si sono distinti nella lavorazione del lino, la cui introduzione nel Paese risale al XI secolo.
Lavorazione del lino
Il lino è composto da fibre ricavate dal lino comune (Linum usitatissimum) ed è composto al 70% da cellulosa. La sua lavorazione si divide in poche fasi, ma molto lunghe e delicate:
- raccolta, la pianta impiega dagli 80 ai 100 giorni per essere pronta per la raccolta, il che avviene quando inizia ad ingiallire e i semi diventano marroni. Per assicurare il massimo della lunghezza, la pianta viene spesso estirpata completamente. Il momento della raccolta è fondamentale per determinare lo spessore che avrà poi il tessuto, infatti, prima si estirpa la pianta, più sarà fine la fibra;
- strigliatura, le piante vengono essiccate, i semi tolti e le fibre separate dal fusto centrale e pettinate per eliminare ogni residuo legnoso;
- filatura, le fibre ottenute dalla strigliatura possono essere filate per creare fili di lino oppure intrecciate direttamente;
- finitura, in questa fase i fili di lino possono essere sottoposti a diversi processi per nobilitarli. Si può candeggiare il lino per prepararlo alla tintura o apprettarlo per irrigidire la fibra.
Caratteristiche del Lino
La coltivazione naturale del lino arricchisce l'humus del terreno e si avvale principalmente di irrigazione naturale tramite acqua piovana, questo lo rende eco-sostenibile e completamente riciclabile. Nessuna parte della pianta di lino viene sprecata, poiché ogni parte è utile alla creazione di nuovi prodotti; infatti, oltre alla biancheria per la casa ed abiti le fibre di lino possono essere usate per realizzare corde, carta, cosmetici e molto altro. Anche alla fine del loro ciclo vitale, i prodotti in lino possono essere riciclati per creare nuovi prodotti tessili per la persona, la casa o industriali.
I tessuti derivati ereditano le proprietà anallergiche e antibatteriche della pianta, rendendoli perfetti per i tipi di pelli più delicati.
Il lino è tra i tessuti più usati per confezionare tessuti estivi grazie alla sua leggerezza e traspirazione, ma è anche ideale per la stagione invernale poiché dotato di capacità termoregolatrici che permettono di mantenere costante il calore, assorbendo un'umidità pari alla sua massa secca.
Tipologie di lino
Il lino si suddivide in tre principali tipologie:
- lini fini, dotati di fibre più sottili, perfetti per pizzi, merletti, filati sottili e tele più pregiate, come la tela batista;
- lini mezzani, con una fibra di media dimensione, sono i più usati per le tele comuni come i capi d’abbigliamento, gli asciugamani e le lenzuola;
- lini grossi, dotati di fibre più spesse, sono usati generalmente per le tele ordinarie, ad esempio le tovaglie o i canovacci;
Il residuo della lavorazione del lino, cioè la stoppa, si usa per realizzare spaghi e corde.
Prendersi cura del lino
Grazie alla sua composizione cellulosa, il lino è dotato di eccezionale resistenza alla trazione e ai ripetuti lavaggi. Sopporta bene le temperature alte, ma non eccessive. I bianchi e i candeggiati possono essere lavati ad una temperatura massima di 60°; se colorati è bene separarli da altri capi e, soprattutto per i primi lavaggi, usare detersivi per delicati e non superare i 40° di temperatura durante i cicli.
Nonostante questo tessuto sia di tipo rigido, dopo i lavaggi tende ad ammorbidirsi, mantenendo comunque un aspetto leggermente sgualcito.
Attenzione, i capi in lino non si lavano a secco.
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