L’arrivo della primavera è quel momento dell’anno in cui ci si ritrova a sostituire nell’armadio i capi invernali con quelli estivi. È questo il momento giusto per fare decluttering, la cui radice deriva dalla parola “clutter”, disordine; de-clutter significa quindi “liberarsi dal disordine”.
La filosofia del decluttering
Le radici della pratica del decluttering affondano nel Feng Shui e nella dottrina taoista, entrambi promotori dell’armonia e dell’equilibrio dell’ambiente circostante e della vita.
Secondo il Feng Shui un ambiente disordinato e sovraccarico di oggetti può ostacolare il flusso di energia vitale, portando disarmonia e disagio. La dottrina taoista allo stesso modo scoraggia l’eccesso e l’attaccamento agli oggetti, poiché questi possono ostacolare il cammino verso l’illuminazione spirituale e la realizzazione personale.
Nel corso degli anni, soprattutto con la consapevolezza ecologica degli anni ‘70, la pratica del moderno decluttering si è diffusa a livello globale, incoraggiando il riciclo e la riduzione del consumo.
In anni più recenti è la scrittrice Marie Kondo a trasformare la pratica in un fenomeno culturale su vasta scala con il suo libro “The Life-Changing Magic of Tidying Up”, che dà vita al cosiddetto “metodo KonMari”. Alla base del metodo KonMari c’è l’idea di eliminare oggetti che non scatenano gioia nella nostra vita e provare gratitudine verso quelli che invece vogliamo tenere.
Le fasi del decluttering
Fare decluttering non significa liberarsi indiscriminatamente di ogni cosa che c’è nell’armadio, ma semplicemente eliminare il superfluo. Per fare ciò basta seguire alcuni semplici passaggi:
- il primo passo è creare disordine, svuotando completamente l’armadio e i cassetti e per mettere tutto sul letto. In questo modo molti capi nascosti in fondo all’armadio potranno vedere nuovamente la luce e si può approfittare di questo momento per pulire e igienizzare;
- a questo punto bisogna separare i capi, raggruppando i vestiti e la biancheria per tipologia è utile per avere una visione immediata di ciò che si ha;
- scegliere cosa buttare e decidere di cosa liberarsi è la parte più complicata del decluttering, per questo è consigliato il metodo delle quattro scatole di Marie Kondo.
Marie Kondo, il metodo delle quattro scatole
Nel best seller "Il potere del riordino e del vivere felici", Marie Kondo spiega come approcciarsi al decluttering con metodo e serenità, per non vivere come una perdita l'eliminazione del superfluo ma come un momento di self care: quali di questi oggetti mi rendono felice? Rispondendo con onestà a questa domanda e prendendosi il tempo per fare decluttering con calma, Marie Kondo suggerisce di suddividere i propri averi in quattro scatole:
- la prima scatola è riservata alle cose da tenere, tutto ciò che è in buone condizioni o di cui non vogliamo liberarci;
- nella seconda scatola vanno i capi danneggiati o usurati che non possono essere riparati;
- ciò che, al contrario, può essere riparato o recuperato va nella terza scatola;
- la quarta scatola è riservata a ciò che può essere regalato, venduto o scambiato.
Alla fine di queste tre fasi, il decluttering può dirsi concluso, nell’armadio ci sarà sicuramente più spazio e si potrà decidere se c’è qualcosa di vecchio da sostituire. Le lenzuola, in particolare, tendono a usurarsi nel tempo, soprattutto se non sono di buona qualità, mentre gli asciugamani possono infeltrirsi e diventare rigidi col passare dei mesi. Il decluttering offre quindi un'ottima opportunità per liberarsi di questi vecchi capi e rimpiazzarli con nuovi.